Descrizione
Manuel De Falla
Homenaje pour le Tombeau de Debussy
Federico Moreno Torroba
Torija da “Castillos de Espana”
Joaquin Turina
Fandanguillo
Manuel M. Ponce
Estrellita – Por ti mi corazon
Mario Castelnuovo – Tedesco
Platero – Retorno – Amistad – La Tisica – A Platero en el ciel de Moguer
dalla raccolta “Platero y Yo”
Girolamo Deraco
Sueño un sueño
(Pensamiento fugaz – Cancion en un verso – Caminando solo)
Alvaro Company
Ninna Nanna (pensando a Maurice Ravel) op. 19 n. 2
Leo Brouwer
Canción de cuna
Benvenuto Terzi
Berceuse op. 48 n° 2
Nostalgie…. (Tempo di Minuetto)
Agustin Barrios Mangoré
Una limosna por el amor de Dios
Teresa de Rogatis
Gavotta della bambola
Francisco Tarrega
Tango
Roland Dyens
Alba nera
Note di copertina
a cura di Giacomo Brunini
Questo mio progetto discografico a cui ho voluto dare il titolo de “El canto de la Guitarra” raccoglie celebri composizioni per chitarra legate al tema della danza, alla letteratura e alla canzone a partire dalla fine dell’Ottocento fino ai nostri giorni. Ai brani musicali proposti mi lega un forte valore affettivo poiché molti di essi mi accompagnano fin dalla mia prima formazione chitarristica e rappresentano una sorta di “biografia artistica”.
Con questo progetto vorrei rendere un piccolo omaggio ad alcuni compositori e interpreti che a vario titolo hanno fatto accrescere il repertorio e l’interesse verso il mio strumento, sia presso il grande pubblico che nelle accademie. Tra i tanti: Francisco Tárrega, Andrés Segovia (e i molti compositori che hanno scritto per lui), Alvaro Company, Agustín Barrios Mangoré, Roland Dyens e Leo Brouwer. Una piccola parte di programma è dedicata a due figure sicuramente meno note: Benvenuto Terzi e Teresa De Rogatis. Entrambi, all’inizio del ventesimo secolo, hanno tenuto vivo l’interesse per la chitarra in Italia con le loro composizioni, con le loro attività concertistiche-divulgative e con i loro insegnamenti.
La prima parte del disco è così legata ai compositori “segoviani” con alcune bellissime opere quali il Fandanguillo di Joaquín Turina (1882 – 1949), due canzoni (Estrellita e Por ti mi corazón) del messicano Manuel Maria Ponce (1882 – 1948), Torija – Elegia tratta dalla raccolta “Castillos de Espana” di Federico Moreno Torroba (1891 – 1982) e una selezione da “Platero y Yo” di Mario Castelnuovo-Tedesco (1895 – 1968).
In particolare “Platero y Yo” è una raccolta scritta dal compositore fiorentino Mario Castelnuovo-Tedesco per voce recitante e chitarra su testi del premio nobel Juan Ramón Jiménez. Queste composizioni che contrappuntano in musica i testi della favola per adulti dell’asinello e del suo poeta/pastore si prestano molto bene anche all’esecuzione per sola chitarra che Segovia propose nei suoi recital ed incise in alcuni suoi dischi.
Esecuzione per sola chitarra che anche lo stesso compositore non precluse a priori pur raccomandando l’originale versione per chitarra e voce recitante.
Ho quindi deciso di inserire in questo mio album cinque composizioni della raccolta (Platero, Retorno, Amistad, La Tísica e a Platero en el cielo de Moguer) non solo per la loro bellezza e perché credo si possano prestare bene ad una esecuzione solistica, ma anche perché a mio avviso possono raccontarci una storia nella storia. Narrarci infatti i sentimenti del poeta e del suo asinello in viaggio tra i paesaggi dell’Andalusia.
Ecco che dalla descrizione di Platero (“Platero è piccolo, peloso, soave: così soffice di fuori che si direbbe tutto di cotone, senza ossa. …”) ¹, ci soffermeremo sul tema del ritorno “…Ritorno…. dove? da che cosa? perché? …” ¹ e sul valore dell’amicizia “…Io tratto Platero come se fosse un bambino. … Lo bacio, scherzo, lo faccio arrabbiare…. È così uguale a me che son arrivato a credere che sogni i miei stessi sogni. …” ¹.
Osserveremo infine la piccola tisica passare per il villaggio in groppa all’asinello “… Le donne si facevano sulla porta per vederci passare. Andava adagio Platero, quasi sapesse di portare un fragile giglio di cristallo. La bambina, con il suo vestito candido, trasfigurata dalla febbre e dall’allegria, sembrava un angelo che entrasse in paese, dal cielo del sud”¹.
Fino ad arrivare al tema della morte: quella di Platero che rimane nella memoria di chi gli ha voluto bene “…Io so che, al cader della sera, quando tra i passeri e i fior d’arancio vengo, lento e pensieroso, nell’aranceto solitario, al pino che culla la tua morte, tu, Platero, felice nel tuo letto di rose eterne, mi vedrai fermarmi davanti ai gigli gialli che ha fatto germogliare il tuo cuore putrefatto” ¹.
In questa prima parte non poteva però mancare il famoso Homenaje pour Le Tombeau de Debussy di Manuel De Falla (1876 – 1946) che ho inserito in apertura del disco. La composizione nacque nel 1920 quando la Revue Musicale di Parigi commissionò a diversi compositori tra cui De Falla nuove opere per ricordare il compianto Debussy morto nel 1918. Nel finale di questa habanera funebre si potrà ascoltare anche un frammento tratto da “La soirée dans Grenade” dello stesso Debussy.
Il disco prosegue con un’incursione nella contemporaneità con un brano a me dedicato dal mio caro amico compositore Girolamo Deraco (1976). “Sueño un sueño” è una raccolta di tre brevi brani composti nel 2021 come intermezzi per lo spettacolo/concerto “Platero y Yo” con le musiche di Castelnuovo-Tedesco andato in scena a Borgo a Mozzano (Lu) nello stesso anno. Le composizioni hanno un carattere contrastante dove le belle melodie vengono accompagnate da delicate armonie sognanti.
Ninna Nanna (pensando a Maurice Ravel) è una breve composizione di Alvaro Company (1931 – 2022). In questo brano, dedicato a Carlos Andrés Segovia figlio del noto chitarrista spagnolo, il compositore fiorentino si ispira a Maurice Ravel per far nascere una composizione del tutto originale caratterizzata da una dolce melodia e da armonie ricercate. Company è senz’altro una importantissima figura del mondo chitarristico e musicale del secondo dopoguerra. Diplomato in Composizione e Musica corale al Conservatorio “Cherubini” di Firenze fece parte della cosiddetta “Schola Fiorentina”.
Fu inoltre allievo di Segovia all’Accademia “Chigiana” di Siena dal 1950 al 1954 fondando successivamente la moderna scuola chitarristica italiana insegnando al Conservatorio di Firenze dal 1960 al 1997.
La Cancion de cuna di Leo Brouwer (1939) è stata scritta nel 1957. Si tratta di una bellissima rielaborazione di una ninna nanna dal titolo “Drume negrita” di Eliseo Grenet. La dolce melodia cullante del brano è armonizzata con grande gusto e personalità da Brouwer.
Benvenuto Terzi (1892 – 1980) è stato un apprezzato concertista e didatta. Dopo una brillante carriera concertistica svolta soprattutto tra il 1920 e il 1930 si dedicò prevalentemente all’insegnamento ricoprendo la cattedra di chitarra presso l’Istituto Musicale “Donizetti” di Bergamo sua città natale. Molto importante anche la sua attività divulgativa: fondò infatti la rivista “La chitarra” nel 1934. Moltissime le composizioni scritte per le sei corde.
Propongo in questo album una piccola Ninna nanna e Nostalgie…. (tempo di minuetto). Berceuse op. 48 n° 2 è una delicata danza che ci culla attraverso un gioco di alternanza tra maggiore e minore. La composizione fu scritta in occasione del 25° anno di fondazione del periodico “Il Plettro” di Milano importante rivista dedicata al mondo mandolinistico e chitarristico che pubblicherà diverse opere di inizio Novecento oltre a quelle di Terzi, Mozzani e De Rogatis.
Nostalgie…. (Tempo di Minuetto) è un brano, pubblicato dal periodico “Il Plettro” nel 1923, dal carattere dolce ed evocativo dove la brillante melodia viene costantemente accompagnata da accordi arpeggiati.
Teresa de Rogatis nacque a Napoli nel 1893. Nella stessa città iniziò a studiare la chitarra sotto la guida del padre per poi proseguire gli studi di pianoforte e composizione al Conservatorio San Pietro a Majella. Terminati gli studi iniziò la sua attività concertistica sia con la chitarra che con il pianoforte. Nel 1921 tenne una tournée in Egitto, dove si stabilì sposando Paolo Feninger. Al Cairo De Rogatis rimase per quasi tutta la sua vita occupandosi della famiglia, insegnando e componendo musica. Dopo la morte del marito si ristabilì in Italia. Teresa de Rogatis è morta a Napoli nel 1979.
Gavotta della bambola è una graziosa e delicata composizione che ottenne nel 1920 la medaglia di bronzo al concorso indetto dalla rivista “Il plettro” di Milano. Nell’incidere i brani di Terzi e De Rogatis ho fatto riferimento alle edizioni originali pubblicate, dal periodico “Il Plettro” – Editore Vizzari – Milano, tra il 1920 e 1931 custodite nella Biblioteca Musicale “Alessandro Sandretti” della Scuola
Civica di Musica “Marco Salotti” di Borgo a Mozzano (LU).
Agustín Barrios Mangoré (1885-1944) è stato un grande chitarrista-compositore paraguaiano dalle straordinarie doti strumentali e interpretative, che ancora oggi si possono ascoltare e ammirare grazie alle registrazioni che effettuò all’inizio del Novecento. La sua prolifica ed originale attività compositiva fu prevalentemente dedicata alla chitarra solista con centinaia di composizioni ancora oggi eseguite in tutto il mondo. Una limosna por el amor de Dios è l’ultima composizione scritta dal chitarrista-compositore pochi mesi prima di morire ed è caratterizzata dalla tecnica chitarristica
del “tremolo”.
Il Tango di Francisco Tárrega (1852 – 1909) che propongo in questo mio progetto è in realtà una bellissima Habanera dal titolo “Enriqueta” composta da Carlos Garcia Tolsa (1858 – 1908) e ritrovata nei manoscritti dello stesso Tarrega. È stata così a lui erroneamente attribuita come spesso è accaduto per altri suoi manoscritti. Il brano fu sicuramente riadattato da Tarrega per sé e per i suoi allievi.
Chiudo questo mio album con Alba Nera: breve brano del chitarrista – compositore francese Roland Dyens (1955-2016), collegandomi immaginariamente all’Homenaje di De Falla proposto in apertura. Questa composizione in tempo di Habanera ha un carattere nostalgico come descrive lo stesso Dyens all’inizio della composizione indicando: “con infinita nostalgia, quasi dolore”. La delicata melodia si contrappunta al ritmo tipico dell’habanera lasciando l’ascoltatore immerso nelle dolci sonorità della chitarra.
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