Descrizione
Concerto Mistico
musica di Gaetano Giani Luporini, Roberto Picchi, Kamran Khacheh – artista principale: David Bellugi
Tracce
Gaetano Giani Luporini
1. Cantico delle creature
2. Il Papa
3. Il ballo di Francesco
4. Fratello Fuoco
5. Dell’Anima che soffre
6. Notte Oscura
7. Veggo esso Spirito
8. Colloquio dell’anima
9. Per Amore del mio Amore
10. L’amore morto
11. Monte Carmelo
12. Vivo ma in me non vivo
Roberto Picchi
13. Kurdish Dance
Kamran Khacheh
14. Dashti
15. Melaleita
Organico David Bellugi, flauti dolce
«da “Un dialogo in musica con Gaetano Giani Luporini” da TYSM Philosophy and social criticism.
(…) lui veramente mi stimava come compositore – l’ha lasciato scritto, m’ha fatto anche delle dediche belle – ma lui non amava molto la musica contemporanea, o almeno un certo tipo di musica contemporanea. amava molto verdi, bellini, mozart, bach, malher; alla musica del novecento invece si accostava con una certa circospezione. però ammirava molto stravinskij, debussy etc. del primo, ad esempio, lo colpivano il senso ritmico e la vitalità, elementi propulsori della sua recitazione. ma tornando a prima, da quel momento in poi la nostra collaborazione fu fruttuosa e in armonia insomma e nacquero i seguenti lavori: majakowskij fu il primo, poi mi chiamò per il pinocchio, poi per e mi presero gli occhi su testi di holderlin e leopardi, poi venne l’ adelchi di manzoni, poi venne il coro dei morti da leopardi, il concerto mistico – composi le musiche ma non si ebbe la possibilità di darlo, come spettacolo. e l’ultimo fu la figlia di jorio di d’annunzio. l’ultimo lavoro che, purtroppo è rimasto incompiuto, era sull’androide. carmelo in fondo… a proposito dell’androide, vi posso leggere una lettera, che mi mandò. purtroppo come ho detto questo ultimo lavoro è rimasto così, era su sue poesie, e lui mi scrisse questo:
«caro maestro ti accludo i versi del poema preceduti da una traccia esplicativa, entro una settimana al telefono chiariremo dettagliatamente il tutto, come ripromessoci».
poi, in caratteri maiuscoli:
«noi si muore quando si arresta il soffio, la parola. l’argomento nasce come idea cimiteriale e anzitutto verifica come l’io, nella solitudine, sia davvero una ressa rumorosa da spacciare. nell’impossibilità della comunicazione soggetto-oggetto, perciò anche con se stessi. dalle ceneri di questa relazione è originato l’alone della voce-ascolto, affrancata dalla mediazione lingustica come dalla superstizione del se-dicente. la voce cerca il suo ascolto come una compagna che non comprende ma che reagisce a versi (stimoli) articolati come varianti di una medesima insensibile incoscienza. quella appunto dell’androide, inanimato, oltreumano. autentico automatico come unica possibile destituzione della volgarità dell’umano e dei suoi valori.
Una gerarchia di androidi in cui la prescelta dal lettore-attore sarà sordomuta, ideale compagna di veglia, puro evento indescrivibile, come ciò che accade (la voce-ascolto) non sottointende alcun codice comune. la sua tensione garantisce l’incomprensione assoluta. la stessa cifra stilistica dei versi segue questo percorso. il flusso lirico progressivamente si riduce a scheletro, testimoniando il paradosso della parola destinata a dire il nulla della voce-ascolto. il guasto stesso dell’androide ne cancellerà ogni traccia comunicativa, restituendola al proprio inorganico teatro».
Questo è ciò che si voleva fare. di mio amava molto le musiche di Pinocchio e dell’ Adelchi. nonché quelle per la Figlia di Jorio (…)»
Produzione
MAster: EMA Vinci service
Data di Uscita 03/01/2016
Formato Principale Album Digitale
℗ 2016 EMA Vinci records 40028 © EMA Vinci – Etichetta EMA Vinci contemporanea
Linea Linea 4 • Genere – Contemporanea
David Bellugi nato nel 1954 negli USA, e aveva avuto una formazione internazionale, così come internazionale era la sua famiglia (superfluo ricordare la figura carismatica del padre, Piero Bellugi). Dopo il diploma in Musicologia Applicata presso l’Università della California – San Diego aveva proseguito gli studi di flauto e composizione orientandosi ben presto verso la musica antica, approfondita con alcuni grandi protagonisti delle prassi storiche quali Antony Newman e Geoffroy-Dechaume (allievo di Arnold Dolmetsch). Erano gli anni della grande riscoperta del repertorio preclassico eseguito su copie di strumenti originali, ritrovando modi e stili esecutivi rimasti nascosti nei trattati e che, reinterpretati, proponevano letture innovative e rivelatrici. Ma una caratteristica della personalità di David Bellugi era la curiosità e l’apertura intellettuale verso le più varie esperienze musicali, così aveva portato avanti una intensa carriera tanto come solista che con svariate orchestre (l’Orchestra della Toscana, Radio France-Parigi e Lille, Radio della Svizzera Italiana-Lugano, Pomeriggi Musicali-Milano, Orchestra da Camera di Padova, RAI-Torino e Harvard University), aveva avuto vari brani a lui dedicati, segno di attenzione verso la musica contemporanea (Berio, D’Angelo, De Angelis, Khacheh, Luciani, Porena, Prosperi, Viozzi…), e con la amata “famiglia” dei flauti dritti, di cui era anche tecnicamente profondo conoscitore, non si era limitato ad una straordinaria esplorazione delle musiche del passato ma si era rivolto anche a repertori laterali come quelli delle musiche etniche e popolari, un percorso creativo compiuto in gran parte con l’inedito abbinamento della fisarmonica dell’amico Ivano Battiston. Dal 1979 insegnava al Conservatorio Cherubini di Firenze, alimentando una scuola di talenti formatisi proprio sul suo contagioso entusiasmo e ovviamente trascinati dalla sua sicura competenza. “David Bellugi, oltre ad essere stato un musicista straordinario, un amico impareggiabile e un uomo dotato di una umanità unica, è stato un docente esemplare. Era colto, preparatissimo, generoso, disponibile, affettuoso”. (Paolo Zampini – direttore del conservatorio Luigi cherubini di Firenze)
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