Alessandro Sbordoni
Alessandro Sbordoni, definito da Goffredo Petrassi «un musicista fortemente impegnato nel raggiungimento della comunicazione espressiva», è stato a più riprese presidente dell’Associazione Nuova Consonanza, e ha suonato nell’omonimo Gruppo di Improvvisazione (dal 1977 al 1985). Suoi saggi ed interventi, tesi ad evidenziare le strutture profonde del pensiero musicale contemporaneo nello svilupparsi dalla tradizione, sono pubblicati su riviste e pubblicazioni specializzate. Negli ultimi anni il suo campo d’indagine si è esteso a tematiche filosofiche ed esistenziali.
In questo CD si individuano diversi modi o forme mediante i quali il suono e il testo si corrispondono tra loro. La musica ‘vive’ davvero infatti solo nel momento in cui diventa fatto sonoro, eseguito, ascol- tato e fatto risuonare in un ambiente.
Ci si muove qui tra due estremi: dal testo scritto in partitura, che quindi viene classicamente ‘ese- guito’, ad almeno tre improvvisazioni ‘libere’, registrate cioè nell’atto del loro prodursi, senza quindi nessun riferimento scritto e all’istante. Si apre dunque tutto il ventaglio della performance, della mu- sica nel suo farsi, ‘inventata’ ex tempore o ‘predeterminata’ secondo vari metodi e livelli di scrittura. È il caso a questo punto di indicare i diversi gradi di ‘fissazione’ delle composizioni presentate in questo CD. Il grado più ‘classico’ è quello di Bivir, di Alessandro Sbordoni, per flauto e fisarmonica bayan, classicamente scritto in partitura ed altrettanto classicamente eseguito.
Ha scritto più di settanta partiture per i più diversi organici, dallo strumento solista alla grande orche- stra e al teatro musicale, pubblicate da Casa Ricordi, Edipan e Rai Com.
La sua attuale ricerca musicale si apre ad una dimensione del suono insieme profonda globale e dia- logante, individuando nella fisarmonica bayan una insostituibile compagna di lavoro, anzi un vero e proprio laboratorio. Da anni sta inoltre svolgendo un’approfondita ricerca sulla teoria e la prassi del pensiero musicale improvvisante, con la speranza e la convinzione di lavorare ad una musica dei nuovi tempi.