LA SOÑADA – UN SOGNO CONDIVISO
Carlos González, Liutaio
Quando quattro anni fa ho sognato e costruito uno strumento a 11 corde, con caratteristiche comuni alla chitarra e agli strumenti antichi che solitamente costruisco, non ho pensato ad un repertorio specifico. La mia idea, come ex chitarrista, era semplicemente di immaginare un’ipotetica espansione delle possibilità della chitarra spagnola, senza cambiare le sue proporzioni o la sua ergonomia.
Non è un’idea originale, poiché la chitarra ha conosciuto estensioni successive nei suoi cinque secoli di storia, ma in quel momento ho sentito l’imperativo bisogno di disegnare la mia proposta.
A poco a poco il nuovo strumento stava prendendo forma nei miei sogni, fino a quando una mattina mi sono svegliato con il concetto completamente elaborato, ecco perché l’ho chiamata La Soñada. Il resto è stato un lavoro in atelier. Questo è successo poco dopo l’incontro con Christian Lavernier e l’ascolto di uno dei suoi peculiari concerti a Linares in Spagna, dove l’improvvisazione e il lavoro sulle risonanze assumevano una grande importanza artistica.
Appena ne ho avuto l’occasione, ho mostrato La Soñada a Christian, nella stessa Linares. L’incontro è stato memorabile. Era come se i due fossero nati per incontrarsi, come se si conoscessero da sempre.
Un momento magico!
Da allora Christian ha ottenuto che una pleiade di magnifici compositori creassero la musica di cui La Soñada aveva bisogno. Ora è un sogno condiviso.
Azio Corghi Redobles y Consonancias
Andrea Talmelli Dreams
Corrado Rojac Coniugazioni del Sublime V
Nicola Campogrande 12 Preludi a Getto d’Inchiostro
- Adagio Liberamente
- Con Leggerezza Insistente
- Stupendosi
- Respirando con Libertà
- Disincanto
- Ombroso
- Investigando
- Rimbalzando
- Misterioso
- Sulle Colline
- Seriamente
- Leggero
NOTA INTRODUTTIVA
Azio Corghi
“Guai all’allievo che non supera il maestro!”.
Già lo si diceva quando ero studente in Conservatorio.Un paradosso o una provocazione?
A cominciare dal mio primo allievo (negli anni settanta quando ottenni la Cattedra di Composizione presso il Conservatorio di Parma) poi quelli incontrati nei numerosi anni d’insegnamento a Milano, fino a quelli dell’Accademia di S. Cecilia di Roma o alla Chigiana di Siena, quante esperienze ho maturato! Dall’allievo pianista e compositore, al chitarrista che scrive per il “suo” strumento, a chi considera il gesto strumentale come suggerimento per coinvolgere quello teatrale, quanti aiuti ho ricevuto! Oggi il tutto mi pare realizzabile anche attraverso il riferimento alla Chitarra a 11 corde: la Soñada, che per il sotto- scritto, si concretizza nell’incontro con Christian Lavernier. Già avevo com- posto Consonancias y Redobles per Chitarra nel 1973, su invito di Ruggero Chiesa, quando 45 anni dopo, mi è giunta la richiesta di scrivere per la Soñada. Memore della prima felice esperienza, sono andato indietro nel tempo a quel fatidico anno, “retrogradando” la prima versione alla luce delle successive esperienze e del nuovo strumento a disposizione.
E’ rimasto il Tema delle Fantasie per Vihuela di Luys Milan al quale avevo fatto riferimento, con un gioco che capovolge le alternanze fra elementi fissi e mo- bili. Si è modificato, soprattutto a livello dinamico e di estensione, il timbro. Tuttavia senza rinunciare a quello che, per l’autore, è la citazione del “Tema del destino”, presente nella maggior parte delle sue opere.
Andrea Talmelli
Il lusinghiero commento ai brani da parte del M° Ennio Morricone, Presidente onorario della SIMC, non può che essere un viatico speciale per questo progetto. Lo è per tutti i compositoricoinvolti da Christian Lavernier e dal suo entusiasmo per i brani appositamente composti per la Soñada. Fa piacere aprire con l’opera di Azio Corghi, cui tutti i compositori devono un grazie in epoche diverse. Questo suo ripensare un brano dei suoi anni d’esordio, diviene un ponte rispettoso anche per i diversi linguaggi di generazioni successive. Il mio Dreams riannoda l’idea del sogno a quello della Soñada, il brano e lo strumento, ma anchegli stilemi propri della ricerca nella contemporaneità con quelli, mai tramontati, della comunicazione e di una suggestiva narrazione, da accogliere interiormente ad occhi chiusi. L’opera di Corrado Rojac nasce dalle suggestioni di «Sweet stay awhile» di J. Dowland, del quale può considerarsi una risonanza interiore. Il materiale deriva da suoni armonici di alcuni suoni-base del brano. Nel finale l’atteggiamentosi fa”accordale”, come tracciando un limite estremo, con una linea melodica lontana, di diverso “colore”, quasi estraniata rispetto albrano. L’ambizione della raccolta di Nicola Campogrande è infine quella di disegnare un mondo postmoderno, in cui ci si può fermare ad osservare particolari architettonici del passato e guizzi del presente, dove si ascoltano riferimenti a forme classiche ripensate con disincantata allegria. Un mondo che cerca di dipingere regalandosi tempi di lavoro molto lunghi e distillando il risultato in pagine che abbiano il brivido della sintesi. «Se io fossi un computer, afferma l’autore, questi Preludi sarebbero la mia stampante: molto lavoro a monte, un solo gesto rapido per riempire il foglio.»
REFERENCE
https://vk.com/wall410241041_55
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