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Busoni Jam – Kammerkonzert ensemble

01 Improvvisazione su Preludio n.1 op.37 di F.Busoni

02 Improvvisazione su Preludio n.6 op.37 di F.Busoni

03 Preludio e Fuga BWV 552 “Sant’ Anna”

04 Serenata Op.34, BV 196

05 Kleine Suite op.23 BV 215, I.Moderato, ma energico

06 Kleine Suite op.23 BV 215, II. Andantino con grazia

07 Kleine Suite op.23 BV 215, III. Altes Tanzliedchen

08 Kleine Suite op.23 BV 215, IV. Sostenuto ed espressivo

09 Kleine Suite op.23 BV 215, V. Moderato, ma con brio

10 Concerto in re min op.17 per pianoforte e quartetto d’archi, I. Allegro

11 Concerto in re min op.17 per pianoforte e quartetto d’archi, II Adagio

12 Concerto in re min op.17 per pianoforte e quartetto d’archi, III. Scherzo

13 Concerto in re min op.17 per pianoforte e quartetto d’archi, IV. Allegro vivace

 

KAMMERKONZERT ENSEMBLE

Ferruccio Busoni compose il suo CONCERTO PER PIANOFORTE E QUARTETTO D’ARCHI IN RE minore, Op. 17, all’età di dodici anni nel 1878. Il Concerto per pianoforte e archi in Re minore, Op. 17 riflette la sua ricerca di fondere il virtuosismo pianistico con un’orchestrazione densa e ricca. Il primo movimento si distingue per il suo carattere drammatico e lirico, con il pianoforte che emerge come protagonista assoluto, dialogando intensamente con gli archi.

Ottima l’interpretazione della pianista Elisa Racioppi che ne risalta la dimensione cameristica e dialoga con raffinatezza con l’Ensemble Kammerkonzert in una interazione dettagliata che evidenzia la complessità ritmica e l’intensità emotiva già ben presenti nel Busoni giovanissimo. Questa esecuzione riesce a catturare l’essenza del brano, mantenendo un equilibrio perfetto tra virtuosismo pianistico ed espressione orchestrale.

LANZONI

Alessandro Lanzoni è noto per la sua capacità di mescolare la tradizione classica con il jazz, portando un approccio innovativo e personale. La sua versione dei preludi n.1 e n.6 op. 37 di Busoni reinterpreta il pezzo attraverso l’improvvisazione, mantenendo l’intensità emotiva dell’originale, ma con armonie più moderne e ritmi sincopati tipici del jazz. Lanzoni esplora le possibilità timbriche del pianoforte, espandendo il linguaggio musicale di Busoni in una direzione contemporanea e creando un dialogo tra il passato e il presente musicale.

Alessandro Lanzoni è uno dei principali talenti del jazz italiano contemporaneo. Il suo percorso musicale è iniziato molto presto, vincendo numerosi premi come il “Premio Massimo Urbani” e il “Primo Premio Luca Flores”. Ha poi studiato a Siena Jazz e al Berklee College of Music, perfezionando il suo stile unico. Nel corso della sua carriera, Lanzoni ha collaborato con molti musicisti di fama internazionale, inclusi Francesco Cafiso, che si è spesso esibito con lui.

IOZZELLI BENIAMINO

Il Preludio e Tripla Fuga BWV 552, noto anche come “St. Anne,” è uno dei lavori di Johann Sebastian Bach trascritto da Ferruccio Busoni per pianoforte. Questa trascrizione è tra le più virtuosistiche e impegnative, con Busoni che cerca di catturare l’intensità e la complessità dell’originale per organo, sfruttando al massimo le possibilità del pianoforte. Busoni riesce a trasformare il suono monumentale dell’organo in un’esperienza pianistica unica, preservando l’architettura polifonica di Bach mentre introduce elementi di interpretazione romantica e dinamica pianistica.

Beniamino Iozzelli, noto pianista e interprete, esegue questa trascrizione con grande sensibilità e tecnica. Le sue interpretazioni mettono in risalto sia la maestosità dell’opera originale che la raffinatezza della scrittura di Busoni. La Tripla Fuga, in particolare, richiede un controllo impeccabile del fraseggio e della polifonia, elementi che Iozzelli riesce a gestire con eleganza, mantenendo l’equilibrio tra le voci senza perdere la complessità dell’opera.

DUO INGLESE-CONTALDO

Il duo Giovanni Inglese (violoncello) e Giulia Contaldo (pianoforte) ha interpretato la Kleine Suite Op. 23 BV 215 di Ferruccio Busoni con una particolare attenzione alla dinamica e all’espressività, elementi che caratterizzano questa composizione giovanile del compositore. La loro esecuzione mette in risalto la delicatezza dei movimenti, come l’Altes Tanzliedchen e il Sostenuto ed espressivo, che combinano il virtuosismo del pianoforte con il timbro caldo del violoncello, creando un dialogo musicale fluido e ricco di sfumature. Nella Serenata op.34 BV 196 si evidenzia il dialogo tra il pianoforte e il violoncello, in scambi melodici di profonda espressività emotiva e di un calore sonoro distintivo.

Con il Sostegno del MIC e di SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”

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